vellutata di carote detox ma chic


Giuro, non volevo iniziare la settimana di rientro dalle feste con l’ossessione della depurazione.

Ma per obblighi legati al SEO sono stata costretta a inserire la tanto vituperata parola DETOX.

In realtà, la parola perfetta per questa vellutata di carote è BUONA! BUONISSIMA, anzi!

Le povere carote non trovano quasi mai il ruolo da protagoniste che si meriterebbero. Sì, ce le ritroviamo nelle camilline della colazione o nel dolce vegano (di cui poi vi darò la ricetta più in là!) per la colazione. Ma altrimenti sono sempre relegate a fare da spalla al sedano nel brodo, da contraltare ai piselli nell’insalata russa (Olivier per i russi!) o da alternativa medicamentosa ai mal di pancia da influenza.

Voi adesso provatele così, in questa ricetta (liberamente ispirata da una fantastica di Sweet Paul) che vi inonderà casa di un profumo che non avete neppure idea!

Quando l’ho cucinata, prima di Natale, l’ho scelta per un progetto splendido che mi vedrà protagonista sul video… altro adesso non posso anticipare ma varrà sicuramente la pena seguirmi, quanto meno per vedere passo dopo passo come ho preparato questa delizia (qualora aveste dei problemi nel realizzarla in totale autonomia!) 🙂

E adesso passiamo a cucinarla! Peraltro è la soluzione ideale se avete a tavola intolleranti al glutine (come me!), vegetariani e persino vegani (basterà sostituire lo yogurt con una leggera panna di soia).

Curiosi? Iniziamo.

Per 4 persone ci serviranno:

8 carote medie

3 scalogni affettati sottili

2 spicchi di aglio

1 peperoncino fresco affettato sottile

1 arancia

un pezzo di zenzero

olio extravergine di oliva

brodo vegetale

un cucchiaio di marmellata di arance

1/2 bicchiere di panna

1/2 bicchiere di yogurt

un ciuffo di coriandolo

sale e pepe

Come la prepariamo?

In una casseruola ampia disponete gli scalogni, l’aglio intero, il peperoncino affettato, lo zenzero grattugiato come anche la scorza dell’arancia, versate 1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva e lasciate insaporire leggermente e aggiungete le carote tagliate a pezzi, facendole rosolare per un paio di minuti.

Quando sentirete un profumo pazzesco, aggiungete il brodo (almeno 1 litro) e lasciate cuocere per circa 40 minuti (o finché le carote non saranno molto morbide).

A questo punto frullate il tutto fino a ridurlo a una crema consistente e impiattate.

Regolate di sale e pepe e completate con un paio di cucchiai di panna e yogurt mixati e con una manciata di coriandolo fresco a completamento (ma fondamentale per rompere il sapore dolce delle carote).

Credetemi, buona da uscirci pazzi 😉

corsi e ricorsi ai Fornelli di gennaio


Fornelli a Spillo is back!

Dopo una brevissima pausa per recupero forze, Fornelli a Spillo e i suoi corsi ritornano nel mese di Gennaio 2018 con tutte le caratteristiche che distinguono quest’esperienza, ovvero:

  1. FACILITA‘ (ricette semplici, approccio diretto ai fornelli ma supervisionato -sia mai mi mandate a fuoco la cucina :D!)
  2. DIVERTIMENTO (impossibile non ridere a crepapelle mentre si cucina un uovo in camicia che rischia di spappolarsi!)
  3. CONDIVISIONE (volete mettere il piacere di mangiare quello che si è imparato a cucinare, tra dubbi e domande, due risate e un bicchiere di vino?)

Come sempre, i corsi si articolano in CUOCHI AI PRIMI FUOCHI – ITALIAN FOOD e SEXY FOOD

Ve li spiego brevemente:

CUOCHI AI PRIMI FUOCHI è il corso ideale per gli analfabeti del mestolo: in 4 lezioni, una a settimana, da circa 3 ore ciascuna, imparerete a cucinare i piatti essenziali della cucina base in modo da diventare autonomi ai fornelli senza rischiare la vita vostra nè, tantomeno, quella degli altri! 😀

ITALIAN FOOD: who wouldn’t taste the original carbonara, make the best pasta alla bolognese or cook the most crispy fiori di zucca with real mozzarella di bufala heart? In these hands-on class, you’ll hone basic Italian cooking skills and practice the fundamental recipes—spaghetti al pomodoro, meatballs, tiramisù, pasta con il pesto and over and over (!) Plus, I will teach you (in English!) a few tricks about the best products to buy and offer tips for cooking at the best and simplest way!

SEXY FOOD è l’esperienza in cucina che ho ideato per far conoscere uomini e donne single con la passione per il cibo. Davanti ai fuochi possono accendersene altri oppure si può semplicemente imparare una ricetta nuova in compagnia di persone che altrimenti non avreste conosciuto. Ricominciamo questo mese con la formula 5+5 quindi affrettatevi a prenotarvi!

Ed ecco le date che troverete a breve anche nel calendario del sito e gli argomenti delle lezioni (ci tengo comunque a dirvi che il tutto è suscettibile di variazione a seconda anche delle necessità dei gruppi che si vengono a formare).

CUOCHI AI PRIMI FUOCHI

giovedì 11 gennaio ore 19.30 – IL PESCE

martedì 16 gennaio ore 19.30 – I DOLCI LIEVITATI

martedì 23 gennaio ore 19.30 – I RISOTTI

martedì 30 gennaio ore 19.30 – LE ZUPPE

 

ITALIAN FOOD

mercoledì 10 gennaio ore 19.30 – RISOTTI

mercoledì 17 gennaio ore 19.30 – PASTA

mercoledì 24 gennaio ore 19.30 – MEAT&MEATBALLS

mercoledì 31 gennaio ore 19.30 – ITALIAN DESSERT

 

SEXY FOOD

giovedì 25 gennaio ore 20 – 3 ricette con protagonisti 3 ingredienti SEXY

 

Credo di avervi dato tutte le informazioni per accendere la vostra curiosità.

Tutto il resto (luogo, costi ecc.) chiedetemelo pure scrivendomi a info@fornelliaspillo.it

Vi risponderò in men che non si dica!

E con i corsi di fornelli il vostro anno non potrà che iniziare davvero BUONO!

 

Anna (Miss Fornelli!)

essere italiana. essere polacca.


Non so più quanti anni erano che non trascorrevo il Natale in Polonia. Da piccola spessissimo, poi, cresciuta, c’era il rientro al nido per staccare dall’università, poi il fidanzato, poi la nonna e le zie siciliane, poi il viaggio al caldo e avevo dimenticato tante, troppe cose, di quel mezzo giro di chiocciola che mi porto appresso da 37 anni.

Sfatato il mito del freddo mortale grazie a una temperatura che ha appena sfiorato lo zero (cosa che quando avevo 8 anni uscire di casa era inimmaginabile perché il mercurio scendeva ben sotto i -10 e hai voglia a giocare con le stelle di ghiaccio sui vetri o ad aspettare quando la neve sarebbe caduta dagli alberi… oltre lo zero non saliva mai!) ho affrontato con un degno (seppur forse insufficiente!) cappotto e vari cappelli il problema meteorologico, cercando di riportare il mio stato di cittadina mezza polacca alla normalità. Ci sono riuscita anche se a scapito dei miei bronchi che hanno sofferto per qualche giorno, ma ne è valsa la pena!

Chiaro, ancora memore delle temperature improbabili siciliane e del sole che ti intiepidisce le spalle mentre mangi l’arancina dell’aperitivo, indossare la bardatura anti gelo è deprimente ma anche più consono alla stagione!

Poi ogni volta, tornare in Polonia, per chi come me è una curiosa osservatrice delle usanze locali, è un continuo viaggio che non mi sazia mai ma che alimenta di volta in volta la mia fame.

Fame. Perché mai poi tutta la mia vita ruoti intorno a questa parola un giorno qualcuno dovrà spiegarmelo. Fatto sta che nella mia vita tutto è una ricerca di sazietà che però non arriva mai. Mangio e parlo di quello che mangerò. Parlo e penso a quello di cui parlerò. Trovo qualcosa e cerco qualche altra cosa da trovare. La nonna Antonietta avrebbe detto ” E statti!”. Fermati! Ma come si fa! C’è un mondo da fare cosare brigare spulciare e io sono la maestra della confusione, non c’è che dire.

Ma torniamo alla Polonia. Dicevamo dei suoi usi che mi assorbono totalmente nell’istante in cui scendo dalla scaletta dell’aereo.

il tè nel bicchiere di vetro

le ciabatte pelose dei monti Tatra (ormai da anni sdoganate anche nella casa di Milano e in quella siciliana!)

la tavola del pranzo delle 15 (!) imbandita fino a prima sera

l’alternanza di dolce e salato nei piattini e il loro continuo cambio da parte di premurosissime padrone di casa simili ad affannose suocere napoletane

la cortesia della gente fuori dal comune

lo scambio dell’ostia (oplatek)

il tè come unica fonte di idratazione (oppure la vodka. a piacere.)

i Kolendy (i canti natalizi che tutti conoscono e cantano bypassando totalmente la globalizzata Mariah Carey)

la colazione salata con le aringhe e la cipolla, i parowki e i cetrioli (!)

la zia Ala che alle 9.30 del mattino ti chiede se vuoi assaggiare il liquore alle prugne fatto con le sue mani (e tu che lo bevi, sia mai s’offenda!)

poi c’è lui, il mio amato pane e burro, da morirci.

E quel profumo di carbone che mi riempiva le narici da bambina, spinto dal freddo pungente che tentava di entrare da qualunque parte del mio corpo, e che oggi non si sente quasi più. Qualcuno potrebbe esclamare un “per fortuna”,  ma se nella vita di ognuno di noi i ricordi vengono fuori nei momenti più impensati grazie a suoni, colori, sapori e odori, l’assenza di un odore che ha caratterizzato la mia infanzia mi lascia un velo di tristezza. E la paura di un grande vuoto.

Insomma: una confusione che la metà basta.

Legata al caldo, in cerca del freddo.

Amante della brioche che insegue il ricordo dell’insalata di aringhe.

Confusionaria e strabordante, spesso chiusa a doppia mandata con i propri pensieri.

Pelle delicata in un paese di epidermidi coriacee.

Il tè al mattino al posto del caffè.

E così via per mille altre cose.

Eppure io così ci sto proprio bene: una confusione italiana e un ordine polacco che cercano di equilibrare costantemente qualcuna che forse, tanto equilibrata non sarebbe 🙂

E che cavoli !


Saturno non è più nei Pesci (io sono una Pesciolina!) e ho ritrovato le energie perse negli ultimi mesi. Giuro!

Voi potrete non crederci ma in questi giorni sono ricca di energia, buoni propositi e sorrisi, tanti sorrisi. Mi si potrebbe perfino paragonare a una bottiglia di Perrier, tanto frizzante da farti alzar le spalle e chiudere gli occhi al primo sorso!

Non nego anche che l’esser a cavallo del nuovo anno non abbia avuto il suo peso in questa nuova versione di me (sebbene io abbia sempre visto nel mese di settembre il miglior momento per ripartire), quindi diciamo che ho tutte le intenzioni di approfittare di questo momento di vigoria mentale per trasferirla anche a quella fisica. Come? Cucinando al mio meglio, ovviamente!

E così, ispirata dalle verdure del contadino portatemi da una persona molto speciale, l’altra sera ho preparato una crema che, perfetta per oggi, sancisce l’ingresso a pieno titolo di Monsieur Hiver!

Semplice, economica, vegetariana, vegana, profumata, salutare, ricca, densa e avvolgente, con un piccolo accorgimento come l’aggiunta di uvetta sultanina (o uva passa, per i sicilianofoni!) diventa un piatto da presentare a chiunque abbia bisogno di un abbraccio. Perché questo è stato per me 🙂

Adesso bando ai romanticismi e ai buonumori e veniamo alla ricetta!

Cosa mi è servito per 6 porzioni?

8 patate del contadino (quelle belle, con tutta la terra sulla buccia, bianche bianche dentro)

2 mazzi di cavolo nero

2 mazzi di cavolo viola riccio

1 cipolla rossa

1 carota

1 costa di sedano

olio extravergine di oliva abbondante

sale e pepe

semi di girasole

uvetta sultanina

Come prepararla? Facilissima!

  1. Sbucciate e lavate le patate e fate lo stesso con la carota, la cipolla e il sedano e mettete tutto in una pentola molto capiente. Lavate e mondate il cavolo riccio e il cavolo nero, tenendo da parte le foglie più carnose (adesso vi dirò perché!).
  2. Unite i due cavoli alle altre verdure, aggiungete l’olio copioso, il sale, il pepe e circa un litro di acqua. Incoperchiate e lasciate cuocere a lungo (almeno un’ora).
  3. Se tutte le verdure risulteranno morbide alla forchetta, togliete la pentola dal fuoco e, valido il principio che se c’è ancora troppo liquido andrebbe tolto con un mestolo e tenuto da parte, iniziate a frullare con un frullatore a immersione fino a ridurre il tutto a una crema.
  4. Nel frattempo soffriggete le foglie del cavolo nero tenuto da parte, tagliato a pezzetti o striscioline, in un filo d’olio con uno spicchio d’aglio finché non sentirete in padella un suono simile a pezzetti di vetro che si toccano tra loro.
  5. Adesso potete servire la vostra crema di cavoli e patate guarnita con semi di girasole, uvetta sultanina, ancora un filo d’olio e il cavolo nero fritto.

Benvenuto caldo inverno. Ti stavo aspettando!

 

 

A NATALE REGALA UN CORSO DI CUCINA


Ci siamo quasi, mancano giusto 10 giorni a Natale e già vi vedo correre il 24 mattina su e giù per le scale mobili della Rinascente in cerca di un regalo qualunque pur di non presentarvi a mani vuote.

Beh, sappiate che non è carino!

Diciamo basta al solito dopobarba, pigiama o pantofole per l’uomo.

Diciamo ancor di più basta alla solita trousse, alla sciarpa o alla crema mani (quando bene ci finisce!) per la donna!

Quest’anno, non vi affannate in giro per la città in cerca del regalo alternativo dell’ultimo minuto ma prenotatelo comodamente da casa. Quest’anno, regalate un corso di cucina firmato FORNELLI A SPILLO!

alla sorella o amico SINGLE regala SEXY FOOD (50 euro la serata/3 ore)

5 uomini e 5 donne si incontreranno nella mia cucina (o in altro spazio qualora fossimo di più), dove parteciperanno alla preparazione della cena, mangiando, bevendo e chiacchierando con persone nuove! Vuoi che non conosca qualcuno di simpatico con cui uscire anche solo per un caffè? 🙂

all’amica/o IMBRANATA/O ai fornelli regala CUOCHI AI PRIMI FUOCHI (50 EURO la lezione/3 ore)

So che gli analfabeti del mestolo sono tanti per questo le mie lezioni sono semplicissime e adatte a chiunque abbia difficoltà a mettersi davanti ai fornelli. provare per credere! (il corso completo di 4 lezioni costa 160 euro)

and if you are an expat, don’t worry! We can do the same in English with the special ITALIAN FOOD classes!

all’amica che si SPOSA regala un ADDIO AL NUBILATO speciale! (prezzo da concordare secondo menu)

Lo so che avete in mente follie per la vostra migliore amica, ma perché non iniziare la serata o la giornata addirittura con un brunch, una cena o un aperitivo speciale prima dei bagordi previsti? Cucineremo e mangerete (se io mangio a ogni evento non entro più dalla porta!) e imparerete delle cose sfiziosissime!

E se voleste regalare un ADDIO AL CELIBATO? basta chiedere 🙂

alla collega CURIOSA regala una LEZIONE INDIVIDUALE (prezzo e menu su richiesta)

per 3 ore potrà farmi tutte le domande del caso e potremo cucinare quello che preferirà (concordato preventivamente)

TUTTE LE DATE SONO DA CONCORDARE INDIVIDUALMENTE A SECONDA DELLE ESIGENZE.

Insomma, ho o non ho risolto il tuo problema dei regali di Natale?

Per qualunque informazione scrivimi a info@fornelliaspillo.it e costruiremo insieme il pacchetto che più preferisci. Invece per il pacchetto materiale ho in mente proprio una bella idea… contattami!

Buono shopping!

 

Anna

La polpetta perfetta


Quando la nostalgia di casa è insopportabile.

Quando la voglia di mamma è indescrivibile.

Quando la distanza dalla nonna è incolmabile.

La soluzione è una e una soltanto.

LA POLPETTA!

Amica perfetta, al sugo o con le patate, affogata nei piselli o aromatizzata al curry, fatela come volete, come il cuore vi comanda… perché alla fine è quello che vi aiuterà nella preparazione della ricetta.

Con o senza aglio, se la nonna è del sud o del nord.

Con mollica di pane ammollata nel latte o con pangrattato a seconda della ricchezza della dispensa.

Con o senza sugo a seconda che la tradizione sia napoleonica o partenopea.

E qualora fosse la prima volta che vi cimentate nella preparazione, eccovela la ricetta, quella della mia nonna (Antonietta!), con aglio, mollica bagnata nel latte, prezzemolo, pecorino e formaggio filante nel mezzo. Tutto debitamente fritto e poi affogato nel sugo di pomodoro rosso fuoco e dolce come il mio ricordo d’infanzia.

Un piatto che sazia tutto. Pancia, cuore e mente.

Cosa vi serve per circa 20 polpette

700 g di polpa trita di manzo

1 uovo

150 g di mollica di pane ammollata in un bicchiere di latte

una manciata di prezzemolo tritato freschissimo

1 spicchio d’aglio ben grattugiato

100 g di gran padano grattugiato (per i più ardimentosi anche del pecorino andrà bene)

100 g di scamorza

sale e pepe

olio extravergine di oliva

per il sugo:

700 g di passata di pomodoro

1 cipolla rossa

una decina di foglie di basilico

olio extravergine di oliva

origano

sale e zucchero

Come si preparano:

1. Iniziate con il preparare il sugo: tagliate la cipolla a rondelle sottili e fatela soffriggere leggermente in un tegame molto capiente (dovrete tuffarci le polpette che andrete a preparare) con abbondante olio extravergine di oliva. Appena sarà dorata (circa un paio di minuti a fuoco medio) aggiungete la passata di pomodoro, il basilico, un cucchiaino raso di origano, sale e zucchero per smorzare l’acidità del pomodoro (quindi circa un cucchiaio raso). Lasciate cuocere per circa 40 min.

2. Adesso che il sugo è sul fuoco, passate a preparare le polpette. Prendete una ciotola ampia e mettete dentro la carne trita, il prezzemolo, l’uovo, il pane ammollato nel latte, l’aglio ben tritato, il formaggio grattugiato, il sale e il pepe. Impastate il tutto ben bene con le mani fino a ottenere un composto omogeneo e se è il caso, dopo averlo assaggiato, regolate ancora di sale e pepe. Adesso potete iniziare a creare tante polpette arrotolandole nelle mani.

3. Tagliate la scamorza a cubetti e inseriteli a uno a uno nelle polpette facendo in  modo di assecondare la loro rotondità.

4. Prendete una padella ampia e versate abbondante olio extravergine di oliva. Accendete la fiamma e per verificare che l’olio sia ben caldo immergetevi un rametto di prezzemolo: se sfrigola, potete iniziare a friggere le polpette. Queste non andranno fritte troppo, diciamo un paio di minuti scarsi per lato, dopodiché immergetele direttamente nel sugo in cottura e lasciate cuocere ancora per altri 30/40 min.

5. Fate riposare per una mezz’oretta circa e servite con fette di pane fresco e croccante (o con degli spaghetti, alla Lilli e il vagabondo 🙂

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