Io (il Food) ed Anna

Nel lontano 2008 lavoravo casualmente a Milano (casualmente… non proprio casualmente, ma diciamo che speravo in un tempo limitato) e mi occupavo di traduzioni per un’azienda IT. Cosa che per una che viene da una formazione filologica -sì, laureata in filologia slava!- e che aveva passato gli anni post lauream tra gli Istituti di Cultura in Italia e in Polonia, era quasi un affronto.

Ma lavorare bisognava lavorare, quindi me lo sono fatta andare bene (e poi sempre traduzioni facevo. Ok, non erano le poesie dell’Achamtova, ma anche il settore delle consulenze IT può avere il suo fascino…mh-hhh!).

Quindi: Milano, 2008, consulenze IT. Un giorno, però, una mia cara amica, nonché ex collega dei bei tempi romani, mi dice che in una redazione food stanno cercando una redattrice. Mi catapulto a “casa” (sì, Roma sarebbe rimasta sempre casa), non c’era un minuto da perdere. Colloquio, peeemm, presa, telefonata al fidanzato e “io torno a vivere a Roma: inizio a lavorare per Alice Cucina“!

Non scenderò nel dettaglio di quegli anni assurdamente felici e pendolari, di amicizie incancellabili e di una passione per il lavoro sconfinata.

Vi dirò però che quel capo dell’azienda milanese presso cui lavoravo, alla notizia del mio licenziamento mi aveva detto “guarda, lascia perdere il food… meglio se ti fai mandare nella rivista d’arredamento”… ora, non so che fine abbia fatto questa persona, ma sebbene non fosse stato particolarmente lungimirante (ed è poco dire!) gli ho sempre augurato il meglio (non foss’altro per l’eleganza e la gentilezza nei modi che mi ha sempre riservato a lavoro. Il che, di questi -e quei- tempi, non è per nulla poco).

Poi però la vita a volte decide di riprendersi il timone che ti aveva lasciato in co-conduzione e fa lei: ecco allora il rientro a Milano, un nuovo lavoro in una start up con maggiori responsabilità e mille altri cambiamenti a catena.

Adesso non avevo più il timone ed ero in mare aperto. Apparentemente non avevo più neppure una bussola. Ma il mio Nord sì. Ed era la mia passione per il cibo.

Cucinare, sapevo cucinare. Scrivere, sapevo scrivere. Intrattenere ai fornelli… beh, pareva mi riuscisse proprio bene, e allora, tra mille collaborazioni (Tannico, Cortilia, Misiedo ecc.), tentativi di crescita e voglia di riprendermi questo maledetto timone, mi sono inventata il mio lavoro.

Il grosso della sfida inizia però tutto adesso: il salto, la navigata in solitaria, la rotta da mantenere ben salda.

Sono una donna, e per questo non ci sarà alcuna Circe a distrarmi. Ma non vi nego che un po’ di fifa c’è…

Però, come ogni viaggio che si rispetti, agogno l’arrivo ma mi godo la traversata!

Allora avanti tutta. Che di strada da fare ce n’è, ma è eccitante come poche cose.

 

 

Anna

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